Immagini letterarie Bologna children’s book fair 2009 | di Angela Dal Gobbo | Succede per i libri come per gli amici: e possibile incontrarne di buoni e importanti, che ci resteranno nel cuore per tutta la vita, come di non trovarne affatto. Di trovarne pochi, in lunghi periodi di carestia, oppure molti, tutti insieme. Tutto cio, comunque, e piu legato al caso che a una calcolata strategia. Cosi avviene nelle fiere: ci si aspetta di trovare le migliori pubblicazioni recenti, e poi invece si incappa in prodotti editoriali di buona qualita ma non straordinari, o in libri mediocri, o infine, in casi rari ma forieri di grande soddisfazione, in pubblicazioni che ci incantano per la loro bellezza. Alla fiera di Bologna di quest’anno alcuni eccellenti libri sono stati selezionati dal premio Bologna Ragazzi Award, che ha dimostrato una particolare attenzione per l’equilibrio tra indagine figurativa e testo, trascurata negli anni passati quando privilegiava per lo piu la ricerca di sperimentazioni figurative, a volte perfino ermetiche. Considero un autentico gioiello il vincitore della sezione “fiction”, Robinson Crusoe, edito dalla spagnola Media Vaca. Illustrando il notissimo testo di Defoe, Ajubel, l’autore, vince una difficile sfida: realizzare un libro senza parole a partire da un romanzo che sembrerebbe irriducibile a sole immagini. Vi riesce superbamente. Lo stile ricorda le antiche xilografie, ma senza l’asperita del segno e con un chiaroscuro che si accompagna a colori vivacissimi, con un alternarsi nella pagina di zone colorate e di altre bianche che evocano la natura selvaggia di un’isola lontana. Leonardo Padura, nella postfazione, bene ricorda la complessita del romanzo, non destinato a un pubblico infantile; Ajubel riesce a tradurre in immagini tali stratificati sensi perche offre una lettura essenziale, che ci ricorda come il prezzo dei sogni, l’isolamento della solitudine, il desiderio del ritorno siano temi tanto antichi quanto la stessa letteratura. Altro libro senza parole e lo statunitense Last night, di Hyewon Yum, edito da Farrar Straus Giroux, che ha meritato la menzione d’onore. L’autrice, di origine coreana, sembra reinterpretare il famoso Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak: l’inizio (la protagonista, una bambina, rifiuta la cena e viene mandata a letto per punizione) e il seguito (il viaggio in un luogo misterioso) sono simili, ma e piu evidente la dimensione del sogno. Pero qui non e la stanza a trasformarsi in foresta, come era nel libro di Sendak, ma e l’orso di peluche a prendere vita e a portarla con se sotto il chiaro di luna, nella foresta abitata da animali selvaggi con i quali lei danza e gioca. Originale e la tecnica grafica che si ispira alla linoleografia, simile alle incisioni su legno. Le zone colorate, nette e definite, si sovrappongono, a volte sfasate, a volte con forti contrasti chiaroscurali. L’insieme racconta una storia tenera e ben strutturata, sebbene la mancanza delle parole faccia percepire a volte tutta l’ambiguita delle figure quando non c’e un testo verbale a precisarle. Ricorrenti le storie di orsi. Un delicato L’ours et le chat sauvage di Komako Sakai viene pubblicato dalla francese L’ecole des loisirs. Dell’autrice giapponese abbiamo ammirato il delicato Emily’s Balloon di qualche anno fa. Inquietante l’incontro tra una bambina e un’orsa in Omega et l’ourse di Beatrice Alemagna per la francese Panama - l’orsa mangera la bambina, alla fine? E la piccola intende lasciarla fare? Il racconto non ha conclusione. Fa parte di quella serie di libri dal contenuto non pacificatorio, non sereno, che si trova piu facilmente sul mercato francese che altrove. La grande scuola anglosassone non ama racconti aperti; i francesi, che amano invece sperimentare, propongono nei cataloghi anche libri problematici, che espongono situazioni toccanti e difficili, a volte scabrose. Come e questa. Fa piacere che la giuria abbia assegnato una menzione nella sezione “fiction” anche a Every Friday di Dan Yaccarino, edito dalla casa editrice Henry Holt and Company di New York, nel quale la semplicita della narrazione e la pulizia delle immagini (che ricordano la grafica pubblicitaria degli anni ‘60) propongono una storia che incontrera il favore del pubblico infantile perche ne rispecchia il punto di vista. Altro premio molto interessante e stato assegnato, nella sezione “New horizons”, a El contador de cuentos, della casa editrice argentina Ekare, in virtu delle illustrazioni che Alba Marina Rivera ha saputo realizzare per il celebre racconto di Saki. In questo caso l’illustratrice riesce a cogliere lo “spirito del libro” e a tradurlo in immagini - ne sortisce una vera opera, che dimostra una capacita gia matura di narrare con le figure, sebbene sia la pubblicazione del suo lavoro di tesi. Nella sezione “Opera prima” viene premiato un libro che, anche in questo caso, privilegia la narrazione: Mr Peek and the misunderstanding at the zoo di Kevin Waldron per la casa editrice inglese The Templar Publishing; la ricerca grafica ricorda ancora gli anni ’60, e l’ironia, la leggerezza, il senso narrativo ne fanno un prodotto particolarmente riuscito. Per la “non fiction” e degno di nota il francese Le livre des terres imaginees, di Guillaume Duprat, editrice Seuil, catalogo delle interpretazioni delle forme della terra che, dalle origini ai giorni nostri, si sono succedute in tempi diversi e in diverse civilta. Le alette di cui e dotato non lo apparentano ai libri per piccolissimi, ma sono funzionali alla esemplificazione scientifica e divulgativa: esprimono il modo in cui le persone o le popolazioni concepivano l’interno della terra oppure lo spazio immaginato al di sotto. Serio e rigoroso, offre al contempo splendida impaginazione e belle illustrazioni. Mi aveva colpito l’anno scorso Je serai les yeux de la terre, edito dalla francese Rue du monde, eccellente libro documentaristico sullo stato e sulla bellezza della terra, insieme perfettamente omogeneo di fotografie, disegni, testo scientifico e poesia. Quest’anno la stessa casa editrice propone un altro esempio di testo che coniuga fotografia e illustrazione, senza scarti ne contrasti: 100 chiffres pour rever le monde autrement, di Elen Riot e Zau, bello quasi alla pari del precedente. Nella sezione “non fiction” e stata assegnata una menzione a Les reves racontes aux petits curieux, testo di Sylvie Baussier e illustrazioni di Ilya Green, brillante ed elegante libro di divulgazione scientifica sul senso, sulla frequenza, sul manifestarsi dei sogni. Lo stile originale e riconoscibile di Ilya Green permette di collocarla tra le piu interessanti illustratrici del momento - da segnalare il suo recente Bou et le 3 zours edito da L’atelier du poisson soluble, testo di Elsa Valentin. Di particolare interesse si e rivelata la mostra dedicata agli illustratori coreani - la Corea era quest’anno ospite d’onore alla fiera di Bologna. Grande vivacita nella ricerca grafica, attenzione al mondo naturale, sensibilita nel narrare, recupero e rilettura della tradizione mi sono apparsi gli ingredienti piu rilevanti nel lavoro degli autori coreani. L’iperrealismo di Jae-hong Kim (Yeong’s vinyl umbrella, Changbi 2005), la delicatezza di Soon-hee Jeong (Chirping birdies sleep on trees, Changbi 2006), l’inventiva e l’ironia di Gyong-sook Goh (Magic bottles, 2005, e The great kid, Moongchi, 2006, Jaimimage), l’abilita narrativa di Su-zy Lee (The zoo, Bir 2004) permettono di collocare la produzione coreana tra le migliori del mondo. Difficilmente si riesce a esaminare tutto cio che la fiera propone. La cosa essenziale e che, tra quel che si e osservato, letto, preso in visione, qualcosa abbia acceso la nostra curiosita e si sia depositato in noi come un piccolo prezioso tesoro. Sarebbe gia un grande risultato. (15 aprile 2009) |